Sollecito: «Non vi presentiamo una città umiliata, ma viva»

Ieri sera il primo comizio di piazza del candidato sindaco appoggiato da sette liste

 

Primo comizio di piazza per Michele Sollecito in vista delle consultazioni elettorali del prossimo 12 giugno. Il prologo è stato l’intervento di Tommaso Depalma, che ha tracciato il quadro di questi 10 anni alla guida della città insieme ed ha lanciato qualche stoccata agli avversari politici, con la consueta verve.

Michele Sollecito, dopo averlo ringraziato per i due lustri al governo cittadino trascorsi fianco a fianco, ha ripetuto a più riprese come la Giovinazzo attuale sia finalmente, dopo un lungo lavoro, una città diversa: «Non vi presentiamo una città umiliata, ma viva, fervida – ha detto rivolgendosi agli elettori presenti in piazza Vittorio Emanuele II – attiva dal punto di vista culturale e sociale».

Sollecito, traendo spunto dal suo slogan “Il futuro si chiama presente”, ha spiegato di quanto messo in cantiere in vari settori dall’amministrazione comunale, partendo dai 3.400.000 euro intercettate per combattere l’erosione costiera in località Cappella, passando poi al nuovo Piano Urbanistico Generale (si è soffermato sul nuovo volto che avrà la parte finale di via Papa Giovanni XXIII, ma anche sui lavori che dovrebbero svolgersi a Ponente, in zona Cala Crocifisso). Per Sollecito è fondamentale «compattare le due periferie della città verso il centro città e risolvere i problemi idrogeologici dell’area al di là della ferrovia», pensando ad uno sviluppo compatibile con la nuova normativa in materia e tenendo sempre presente il calo demografico. Fondamentale anche l’accessibilità della costa da Santo Spirito a Giovinazzo.

Strumenti adeguati ai tempi, insomma, e non vane promesse.

Dopo aver riproposto l’importanza della realizzanda Casa della Salute («struttura moderna, che mai Giovinazzo aveva avuto»), Sollecito ha anche anticipato come bisognerà ragionare con la Regione Puglia su una eventuale nuova destinazione dell’ex punto di primo intervento.

Il vicesindaco uscente ha anche rimarcato come siano stati ottenuti tanti finanziamenti per le ristrutturazioni e l’efficientamento energetico di diverse scuole cittadine (pronti gli appalti per “don Saverio Bavaro” e “Marconi”), come siano stati superati problemi per la ristrutturazione del Palasport del Palazzetto di via Devenuto. Fiore all’occhiello di questa amministrazione la Cittadella della Cultura, voluta e realizzata nel primo mandato ed efficientata in questo secondo: «Ogni tanto – ha detto Sollecito rivolgendosi all’uditorio – ci vuole consapevolezza di quanto siamo cresciuti, basta lamentarsi sempre, basta andar dietro alle Cassandre. Se c’è visione, una comunità viene condotta da una posizione peggiorativa ad una migliorativa. La politica esprime la visione e noi è questo ciò che vi proponiamo: una visione per continuare a migliorare».

Quanto alle ex Afp, Michele Sollecito ha ricordato come siano in corso le opere propedeutiche all’abbattimento dei capannoni, annunciando che «cambierà la skyline di Giovinazzo per come molti di noi l’hanno conosciuta». Il Comune assegnerà a breve l’appalto per la ristrutturazione del cavalcaferrovia di via Daconto.

Sul capitolo discarica, Sollecito ha sottolineato come le scelte fatte in passato sulla discarica di San Pietro Pago siano oggi scontate dalle amministrazioni successive, come nel caso dell’impianto di biostabilizzazione «a cui abbiamo dovuto rinunciare». Nei mesi scorsi ci sono stati i lavori di contenimento e aspirazione del percolato e di messa in sicurezza del sito.

In merito alle tante lamentele per le buche nell’asfalto, il candidato sindaco della maggioranza uscente e di altre componenti civiche ha rilanciato il programma di rifacimento di molte arterie cittadine, ma soprattutto delle strade rurali: «i nostri agricoltori – lo sappiamo – hanno diritto di andare a prendersi cura delle loro terre in tutta sicurezza», ha spiegato.

Spiegato ai presenti come nell‘Istituto Vittorio Emanuele II, grazie ad un accordo con la Città Metropolitana, arriveranno corsi di cinematografia dell’Accademia delle Belle Arti. Sollecito si è detto fiero della convenzione con la Vedetta sul Mediterraneo durante la chiusura della Cittadella della Cultura, ribadendo che una città con spazi di aggregazione giovanile «è una città più sicura, con un tessuto sociale sano».

Partiti i lavori per il nuovo campo sportivo “Depergola”, che avrà campo in erba sintetica, una pista d’atletica e sarà centro polivalente con campo di calcio a 5, Sollecito si è anche soffermato sui buoni rapporti con Rete Ferroviaria Italiana da parte dell’amministrazione di cui ha fatto parte, che hanno portato al grande progetto di restyling del piazzale della stazione ferroviaria.

C’è anche la candidatura a fondi per un nuovo asilo nido comunale, con cui «colmare il gap con altre comunità sull’offerta educativa nella fascia d’età dagli zero ai sei anni». Passaggio fondamentale, visto il suo doppio mandato, sull’esigenza di una lotta senza quartiere alla povertà educativa, tema assai caro all’assessore uscente al ramo.

Sollecito ha infine posto all’attenzione dei presenti l’importanza del finanziamento di circa 3 milioni di euro ottenuti dalla Città Metropolitana per completare il restauro e la messa in sicurezza della Casa di Riposo “San Francesco”, definita da egli stesso «vera spina nel fianco di questa amministrazione». Edificata in tempi in cui la normativa anti-sismica era differente, aveva visto l’inizio dei lavori oltre quattro anni fa, prima di un lungo stop dovuto a vicende riguardanti sia la ditta appaltataria, sia il progetto. Finalmente sembrerebbe essere arrivata la svolta tanto attesa.

«Voi non dovete votare solo per simpatia – ha chiosato Sollecito – ma esprimete un voto consapevole, che vuol dire vedere cosa hanno detto e cosa hanno fatto, quanto sono stati coerenti in questi anni quelli che vi chiedono il voto».

In conclusione la stoccata ad un modo di intendere le normative:

«Se gli amministratori sono bloccati dalla cultura del sospetto, chi ci rimette è la città e non è possibile che per pochi che si sono macchiati di corruzione, tutta la macchina amministrativa è stata appesantita. Non lo dice Michele Sollecito, ma il giudice costituzionale Sabino Cassese».

Il saluto finale ed il grazie di Michele Sollecito è andato agli operatori sanitari che hanno aiutato la comunità durante l’emergenza sanitaria, prima di chiudere davvero ricordando l’importanza della buona politica partendo da grandi esempi della storia contemporanea a livello internazionale: «Il populismo ha perso – ha detto Sollecito -, ha perso chi dice che i politici sono tutti uguali».

 

fonte: giovinazzoviva.it — a cura di Gianluca Battista

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