Michele Sollecito a tutto campo: «Avvieremo un nuovo inizio»

La nostra intervista al candidato sindaco sostenuto da sette liste

 

Senza filtri, con la consueta voglia di mettersi in gioco e di non sottrarsi al giudizio degli elettori, come nel 2012 e nel 2017, quando era stato il candidato consigliere più suffragato.
Torna a parlare con GiovinazzoViva Michele Sollecito, candidato sindaco sostenuto da Città del Sole, Forza Giovinazzo, Noi per Giovinazzo, CON Sollecito, Iniziativa Democratica, Sud al Centro e dalla lista a lui collegata SMS – Sollecito Michele Sindaco.
Questo è il resoconto dell’intervista che gli abbiamo fatto ad inizio settimana. Poi sarà la volta di Maria Rosaria Pugliese.

 

L’INTERVISTA

Lei ci è sembrato sulle prime titubante rispetto ad una sua candidatura. Poi cosa è successo nell’ultimo anno che l’ha convinta a presentarsi quale espressione della maggioranza uscente e di altre compagini?
In passato ho dovuto e voluto dare precedenza ad alcune vicende inerenti il mio percorso accademico, poi a inizio 2021 sono maturate le condizioni giuste personali, e di gruppo, perché accettassi questa candidatura.

Nel suo primo comizio in piazza Vittorio Emanuele II ha detto, più o meno testualmente, che non è vero che la politica sia tutta uguale, che non ci sono differenze e che pensarlo è il più grande errore. Spieghi meglio ai lettori questo concetto.
Era un attacco sferrato alle frasi stereotipate tipo “sono tutti uguali”, un attacco al giudizio generalizzato che pone sullo stesso livello il politico che si impegna e incide in meglio sul proprio territorio, e il politico che si impegna meno, quasi per nulla, senza rendere onore all’incarico ricevuto dagli elettori.

I suoi avversari spingono molto su un aspetto: Sollecito è stato vice di Depalma per tanti anni e quindi è la sua continuazione. Perché Michele Sollecito sindaco non è un Depalma ter? E quali aspetti invece vi accomunano e quali quelli di cui lei va orgoglioso?
I nostri concorrenti prima di essere “per Giovinazzo” sono contro una stagione amministrativa che giudicano fallimentare e quindi contro Tommaso, contro Michele e contro tutta la nostra squadra. Non conducono analisi obiettive ma analisi sommarie ponendosi al di sopra degli elettori che in maggioranza ci hanno eletto e confermato dopo 5 anni. Certa sinistra a Giovinazzo non ha mai abbandonato il proprio giacobinismo, sono i pedagoghi della città fin quando la città puntualmente non li smentisce. Michele Sollecito avvia un nuovo inizio con un ricambio importante nelle liste. È già successo in altri Comuni, non mi sembra che Decaro sia stato l’Emiliano ter a Bari, così come a Capurso o in altri Comuni dove l’amministrazione è riuscita a oltrepassare i due mandati grazie alla fiducia degli elettori che hanno preferito continuità nella concretezza. A Tommaso mi accomuna il desiderio di osare di più per Giovinazzo e una caparbietà che fa bruciare ogni riserva di energia. Siamo orgogliosi del lavoro fatto in 10 anni ma consideriamo il nostro impegno fuori dalla vanità personale perché si tratta della risposta normale che dovevamo all’onore e al privilegio di aver ricevuto dagli elettori, per ben due volte, il compito di amministrare la nostra città.

A sinistra sostengono che Giovinazzo non sia affatto migliorata, che molta parte dei risultati siano stati gonfiati dalla “propaganda depalmiana” e che lei sia stato complice di quel modo di fare politica. Ecco, oggi ha la possibilità di dire tutto ciò che pensa attraverso le nostre pagine…
Eppure alcuni nostri competitori hanno aperto attività di successo proprio sul nuovo lungomare di Levante nei pressi del “porto vecchio” o sbaglio? A sinistra invocano il diritto all’oblio per la città che abbiamo trovato nel 2012 e al contempo invocano il diritto all’astrattezza per la città che viviamo. Quasi che i due lungomari riqualificati, la Cittadella della Cultura, la raccolta differenziata e l’addio ai cassonetti, la ristrutturazione del PalaPansini e del PalaPalmiotto, la riqualificazione del Campo Sportivo, l’erigenda Casa della Salute, gli spazi riqualificati in periferia, la ciclovia per S. Spirito, il nuovo PUG, la nuova via Marina, la bonifica di Lama Castello e tanto altro fossero una nostra proiezione mentale…

Ok, questo per il passato, anche recente, e per il presente. Ci elenchi invece almeno tre nuove sfide per il prossimo quinquennio che Giovinazzo deve assolutamente vincere. Quali sono?
L’approvazione del nuovo Piano urbanistico generale (PUG) e del Piano regolatore del porto, documenti già in fase avanzata e quasi prossimi alla conclusione dell’iter amministrativo; L’approvazione del nuovo Piano sociale di zona per dare continuità ai servizi del welfare e investire le risorse del PNRR sul rafforzamento delle misure di inclusione sociale e anche sul completamento dei lavori di ristrutturazione della Casa di Riposo; la risoluzione dei problemi ambientali della città con la conclusione della bonifica di tutta l’area dell’ex AFP e la chiusura e post gestione della discarica in località san Pietro Pago.

Lei è stato per tanti anni assessore alle Politiche Educative e alle Politiche Sociali. In questi due settori importantissimi per la comunità, cosa ha trovato e cosa lascia dopo due lustri da amministratore, con due anni di Covid che possono aver certamente inciso in negativo?
Nel 2012 ho trovato appena tre strutture attive sul territorio di cui due erano prive di autorizzazione ai sensi del Regolamento Regionale 4/2007. Oggi le strutture ed i servizi autorizzati dalla Regione sono 18! Significa che si è generata un’economia positiva sui servizi del welfare e che il livello delle prestazioni si è innalzato di molto. Il nostro ambito Molfetta-Giovinazzo ha una spesa sociale altissima, la seconda più alta in Regione, il nostro cofinanziamento al Piano Sociale di Zona supera di gran lunga il 100%, questo significa che le nostre scelte amministrative hanno accordato la preferenza ai servizi per chi è in difficoltà, in primis con le assistenze domiciliari. Inoltre: abbiamo avviato il progetto SPRAR su Giovinazzo (oggi Sai-Siproimi) per accoglienza di immigrati e rifugiati, abbiamo introdotto le assemblee delle politiche sociali, grandi agorà di confronto con il terzo settore, abbiamo dato vita insieme al centro diurno “Gocce di Memoria” all’iniziativa “Giovinazzo comunità solidale amica delle persone con demenza”, abbiamo avviato diverse co-progettazioni, l’ultima ha riguardato il progetto “Educare. Lotta alla povertà educativa” che coinvolge più di 80 minori sul territorio. Un altro obiettivo raggiunto è stato il rafforzamento del personale dei servizi. Grazie al Pon Inclusione (2016) e all’avviso Pais (2019) abbiamo assunto ben 8 nuove unità per il welfare tra assistenti sociali e funzionari amministrativi. Appena 5 anni fa ho dovuto scrivere un piccolo opuscolo per raccontare tutto il lavoro fatto nel sociale, lavoro che mi ha portato tantissimi attestati di stima anche ben oltre i confini cittadini.

Sulla Casa di Riposo in tanti dicono abbiate fatto un pasticcio. L’assessore Gaetano Depalo ha provato a dare le sue spiegazioni. Da capo di una possibile nuova coalizione di governo, vuole spiegare una volta per tutte ai giovinazzesi che cosa è accaduto?
È accaduto che dinanzi all’ineludibile realtà di dover disporre la chiusura di una struttura non autorizzata (l’ultima proroga autorizzativa della Casa di Riposo era scaduta a febbraio 2012, ben prima del nostro arrivo a Palazzo di Città) abbiamo deciso di non svendere l’edificio e provare a ristrutturarlo con risorse pubbliche per poter aprire una nuova casa di riposo autorizzata e quindi in linea con il regolamento regionale 4/2007. Ci siamo aggiudicati nel 2015 il massimo che potevamo ottenere come ambito, 2 milioni di euro. Purtroppo i lavori hanno messo in luce diverse criticità di un edificio abbastanza vecchio, abbiamo dovuto rifare travi e pilastri. Le nuove norme tecniche introdotte nel tempo e le gravi inadempienze della ditta aggiudicatrice dell’appalto hanno fatto sì che i lavori si bloccassero. Nel frattempo abbiamo rivisitato il progetto e l’importo dei lavori è salito a 5,8 milioni di euro. Ci siamo messi alla caccia di ulteriori risorse perché la nostra amministrazione ritiene dover proseguire la strada dell’intervento pubblico. A fine aprile 2022, infine, siamo riusciti ad aggiudicarci 3 milioni di euro grazie ad un avviso pubblico del PNRR al quale abbiamo partecipato insieme agli altri Comuni della Città Metropolitana. Adesso disponiamo delle risorse per riappaltare i lavori.

Che cosa sta accadendo nel porto di Giovinazzo? Perché il Piano Regolatore di quello specchio d’acqua non è stato ancora approvato? Cosa manca? Vi siete affidati a mani sbagliate?
Per il Piano Regolatore del porto ci siamo affidati al Politecnico di Bari, ma la redazione di strumenti urbanistici così importanti ha una gestazione lunga. Il PUG, per esempio, è stato affidato nel 2017 e dopo 4 anni e mezzo di lavoro intravediamo la fine. Così con il porto, il cui iter per il piano regolatore è partito 4 anni fa e giungerà comunque a conclusione mettendo così un punto fermo per la gestione del nostro porto. È bene sottolineare che non si tratta di una semplice regolamentazione dello specchio d’acqua, saranno, infatti, necessarie alcune opere sui moli per mettere meglio in sicurezza l’entrata del porto. Questo comporta diversi passaggi propedeutici, valutazione ambientale, studi meteomarini e, probabilmente, la Valutazione di incidenza ambientale sulla presenza del poseidoneto.
Voglio pubblicamente dare atto a lei di essere stato in prima persona, contrariamente a quanto accadeva in altri comuni del circondario, colui il quale ha sempre aggiornato i numeri sulla pandemia. Siete stati un modello in questo e va scritto e detto a chiare lettere. Qual è la situazione attuale a Giovinazzo? Non ci sono più aggiornamenti comunali da un mesetto.
Da quando è iniziata la pandemia – insieme all’assessore Natalie Marzella – abbiamo messo su una banca dati cittadina simile a quella della protezione civile nazionale, dati in formato aperto e aggiornati in base alle notizie che ci inviava la prefettura. Ad oggi sono circa 70 i positivi.

Ma è vero, come dice Daniele de Gennaro, suo competitor, che sulla maglia urbana C3 avete bloccato tutto, facendo sì che ci fosse un problema casa a Giovinazzo? (gliel’ho riassunta in maniera spicciola e mi scuserete entrambi)
La Regione ha confermato che la maglia C3 necessitava di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), inoltre occorreva trovare soluzioni per il rischio idrogeologico alto, introdotto con l’aggiornamento delle mappe nel 2011, che riguardava una parte della maglia. Vorrei anche ricordare che la maglia è stata approvata nel 2009 e fino al 2013 – anno in cui abbiamo dovuto sospendere l’efficacia del piano per mancanza della VAS su espressa indicazione dell’allora dirigente dell’Ufficio Tecnico – non si è mossa una gru. Non credo si possa imputare a nessuna amministrazione -nemmeno alla precedente – il fatto che in 4 anni non si sia costruito benché fosse possibile. Noi abbiamo ritenuto di dover affrontare la questione C3 con il nuovo Pug così da sanare le criticità di cui sopra, ci siamo confrontati con la Regione e, al netto di alcune prescrizioni di natura paesaggistica, la maglia in questione potrà vedere la luce in modalità compatibile anche con lo sviluppo demografico reale di Giovinazzo. Uno dei pilastri del PUG è appunto “oltrepassare la ferrovia”. Ma con criterio. E senza sorprese per i proprietari. Giovinazzo ha già dato quanto a pasticci urbanistici.

Michele Sollecito da amministratore è orgogliosissimo di…?
Dell’aver voluto a tutti i costi una struttura dedicata allo studio e alla lettura, la Cittadella della Cultura.

Sua moglie cosa le ha detto quando ha deciso di ricandidarsi? Non le ha mai detto “Miché, non basta”?
Viviamo questa nuova esperienza con molta serenità, veniamo entrambi da una scuola di formazione che ci plasma all’impegno.

Questa volta non si candideranno alcuni volti noti degli ultimi anni nella politica giovinazzese. Non ci sarà Vito Favuzzi, non si candida il veterano della destra, Ruggero Iannone, e nemmeno alcune consigliere uscenti, penso a Mara Foglio ed alla sua amica Marianna Paladino, ex assessora. Fa parte di un ricambio fisiologico oppure si sta concludendo una stagione e lei proverà ad aprirne un’altra?
C’è un ricambio importante nelle nostre liste, ma nessuna “rottamazione”: chi ha deciso di lasciare spazio agli altri è al fianco della squadra con la determinazione e l’impegno di sempre. Si sta aprendo una nuova stagione e sono felice ed orgoglioso delle nuove candidature che testimoniano la qualità e la serietà del nostro progetto politico.

Ci avviamo alla fine. Che cosa l’ha infastidita di più in questi anni dell’atteggiamento di una parte dei suoi avversari politici
Gli atteggiamenti non mi interessano e sinceramente non mi infastidiscono. Piuttosto opponiamo la cultura del primato della politica alla cultura del sospetto dei nostri concorrenti più a sinistra. Il ricorso frequente alla Procura la dice lunga sull’approccio giustizialista di alcuni soggetti.

Alcuni “esperti” di politica cittadina sostengono che possa non esserci ballottaggio a Giovinazzo e che uno dei tre contendenti possa arrivare al 50%+1 dei voti. Pensa possa essere lei il candidato che “spacca”?
Non ricordo vaticini esatti da parte degli “esperti” di politica cittadina. Ogni campagna elettorale è una nuova sfida e nessuno può considerarsi già arrivato. Guai a trattare con sufficienza l’elettorato, occorre spiegare al meglio le ragioni di una scelta, con argomenti seri e prospettive solide, lontano dal chiacchiericcio inconsistente.

Chiusura con la sua visione di Giovinazzo per il prossimo futuro. Cosa augura a tutti i giovinazzesi? Cosa vorrebbe si concretizzasse in questi anni dopo la grande sofferenza della pandemia?
Auguro ai giovinazzesi di ritrovare quel senso di condivisione che abbiamo vissuto durante la prima fase della pandemia, quando tutti ci sentivamo parte di un destino comune e dove il gesto di ognuno doveva essere improntato al rispetto del prossimo. Noto, inoltre, che c’è stato un primo “rimbalzo” dell’economia e nuovi investimenti da parte di grandi aziende stanno interessando il nostro territorio metropolitano. Che queste opportunità possano tradursi in concrete motivazioni soprattutto per i più giovani per costruire qui il proprio futuro lavorativo e familiare. Il quadro degli investimenti del PNRR, infine, con la quota proporzionalmente maggioritaria per il Sud, possa permettere al nostro Mezzogiorno di ridurre il gap delle infrastrutture con il Nord e permettere a tutto il nostro territorio di essere più competitivo.

 

fonte: giovinazzoviva.it — a cura di Gianluca Battista

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